domenica 11 gennaio 2009

La magia dei monti

Non è ammissibile commettere sempre gli stessi errori, quindi:
1. non trascorrerà settimana senza scrivere almeno un post;
2. non ti lascerai sopraffare dal lavoro;
3. non trascurerai più amici vicini e lontani;
4. riuscirai a ritagliarti quotidianamente uno spazio per te stessa, per leggere, passeggiare, correre all’aria aperta, guardarti intorno e gioire delle bellezze della natura;
5. sorridi!E smetti di riversare sul prossimo le tue frustrazioni!
6. …
…e giù una lunga lista di buoni propositi.
Oh, sì! È facile iniziar l’anno con atteggiamento propositivo quando si è immersi in questa dimensione:


 Quando, invece, lo scenario torna ad essere questo:


... i buoni propositi si dissolvono nella frenesia quotidiana.
La montagna è magica: non riesco ad odiarla neppure quando sento di sciagure capitate ad escursionisti, scalatori o sciatori. Non sono abituata ad alte vette, né a nomi altisonanti che evocano la società bene, le feste, la vita mondana. Courmayeur, Madonna di Campiglio, Cervinia… sono realtà lontane.
Io sono abituata agli Appennini; alla tranquillità delle passeggiate estive lungo i sentieri della Camosciara, alla magia dei borghi deserti nel periodo autunnale, alle atmosfere rarefatte dell’inverno e all’energia del verde e del cielo azzurro primaverile. 
Il 2009 è iniziato passeggiando tra le viuzze strette e scivolose di Civitella Alfedena, piccolo borgo appenninico nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo.


Uno di quei posti fuori dal tempo, arrampicato in cima ad un monte, con le casette in pietra, la legna ordinatamente accatastata accanto all’uscio, una botteguccia che vende pane, latte e formaggi e i comignoli fumanti a tutte le ore del giorno.
Insomma, uno di quei paeselli in cui, se vuoi il giornale o vuoi concederti un altro sfizio, beh, allora  ti tocca «scendere giù, in paese che qui di queste cose superflue non ne abbiamo». E quelle cose lì un po’ superflue lo sono davvero, perché le nostre vacanze natalizie quest’anno sono state proprio parche, senza abbuffate di torroni, panettoni e tutto ciò che fa Natale, ma son state molto più intense e sorridenti degli altri anni. Infatti, se è vero che non abbiam rinunciato alle passeggiate giù in paese (Villetta Barrea), è anche vero che son state fatte per il gusto di riappropriarci dei nostri corpi e dei nostri sensi. 
Ci son poche cose piacevoli quanto il camminare tra la neve senza la necessità dell’orologio nè del cellulare, incantati dall’atmosfera ovattata e da un paesaggio in grado di sorprenderti un giorno dopo l’altro. Perché basta uno spiraglio di sole, una tonalità d’azzurro differente, una spruzzata di neve per trasformare il mondo che ti circonda.
E poi, vuoi mettere l’emozione di vivere per una volta in un Presepe anziché doverlo fare a casa propria? Tipico di Civitella Alfedena nel periodo natalizio è il presepe in cartapesta, a grandezza naturale, che si snoda nel centro storico. Una creativa ricostruzione, in grado di ridar vita ai mestieri ed alle scene tradizionali del passato, di render più autentico il percorso che porta alla Natività. Un Presepe in cui, anche occhi scettici come i miei, si son guardati intorno trasognati. 
E la spettacolare fiaccolata del 30 dicembre?
Il mio ragazzo me ne parlava da anni di questa fiaccolata che «non è una semplice discesa a valle con le torce accese. Noo! È un evento imperdibile con figure che s’accendono sul Monte Mava. Una cosa inenarrabile!»
Io, il 30 sera, dal piazzale di Santa Lucia, dove c’eravamo appostati per seguire la fiaccolata, d’inenarrabile sentivo solo un gran freddo. Poi però le luci del paese si sono spente, una struggente melodia tunisina ha avvolto la piazza e una lunga fila di fiammelle s’è accesa sul versante del Monte Mava di fronte a noi.
Profili di bimbi, sagome di stelle, cavallucci a dondolo, altalene in movimento si sono lentamente venute a formare davanti ai nostri occhi. Tante immagini volte ad illuminare i più piccoli, a festeggiare i bimbi, a condannare l’infanzia negata e i diritti dei minori calpestati. Splendido tema per salutare un anno di violenze e lanciare un messaggio forte, augurale, per il 2009. Nell’aria, l’odore di un falò che si stava rapidamente consumando misto al profumo del vin brulè.
Intanto, mentre i fuochi d’artificio riaccendevano il paese, i fiaccolanti erano arrivati a valle e si univano a noi, al tepore del vin brulè, alla dolcezza della cioccolata calda. 
Ancora una volta il mio fidanzato ha avuto ragione: un’emozione indescrivibile.


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