giovedì 9 luglio 2009

Strani giorni

Sono giorni così, un po’ inquieti, un po’ irrequieti, un po’ aspri. Strampalati. Si ciondola per casa, ci si siede alla scrivania e poi ci si alza. Uno sguardo al calendario, con le scadenze evidenziate in verde che sembrano voler dire “E muoviti!”.
Che di cose da fare ce ne sono, anche se non si ha alcuna certezza sull’esito. Perché si è mai stati sicuri di come finiranno i tanti progetti che costellano le nostre vite?
Il cielo è blu, non puoi neanche prendertela con il tempo che rende il tuo umore tanto instabile. Beh, puoi sempre dire che sei una donna e le femmine, si sa, sono volubili per natura.
Altra passeggiata tra lo studio e la stanza da letto. Fortuna che l’appartamento è piccino. L’occhio cade sui mucchietti di libri, depositati qua e là. Ne sono stati aperti tanti di recente. Raramente si è andati oltre pagina 15. Un segnalibro a ricordare che sono stati sfogliati e poi messi da parte. Non che non meritino d’esser letti, anzi. Non il momento giusto. È che i pensieri seguono percorsi tortuosi e non riescono a fermarsi sulla pagina scritta.
Di nuovo di fronte alla libreria. Non riesci proprio a resistere alla tentazione d’acquistar libri: i volumi intonsi superano largamente quelli già letti.
“Revolutionary road”. Ma sì, tanto vale leggere poche righe prima di tornare alle sudate carte. Sorprendentemente, dopo un paio d’ore, scopri d’essere andata ben oltre pagina 15.

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