Uh che bello!, anche quest’anno torna Il maggio dei libri. Come non sapete cos’è? Sul sito istituzionale troverete tantissime informazioni a partire dal perché i libri sboccerebbero a maggio: Perché se in questo mese la natura si risveglia, lo stesso capita alla voglia di leggere. Il Maggio dei Libri è la campagna nazionale nata nel 2011 con l’obiettivo di sottolineare il valore sociale della lettura nella crescita personale, culturale e civile. Inizia a progettare un’occasione di promozione della lettura che si svolga tra il 23 aprile e il 31 maggio.
A questo punto potete dare uno sguardo alla cartina e ai numeri degli
eventi sparsi per l’Italia. Ad oggi, sono stati inseriti 45 eventi nel Lazio a
fronte dei 139 della Lombardia, 103 dell’Emilia, 113 del Veneto. Magari
dipenderà solo dal fatto che noi del Centro Italia siamo più lenti del
produttivo Nord, o forse dal fatto che siamo più solitari: perché mai dovremmo condividere
con altri l’innamoramento con il libro del giorno? O magari siamo più liberali: leggere ci fa
star bene, qualcuno dice che crei addirittura dipendenza, ma non sarà mica così
per tutti? Perché dover coinvolgere chi di leggere non ne ha punta voglia?
La scarsa vivacità delle regioni del Centro-Sud potrebbe poi
dipendere da una quasi trascurabile motivazione: la difficoltà nell’organizzare
gli incontri. Ma va!, direte voi, con tutti gli enti e i partner che patrocinano/promuovono
il progetto, che difficoltà mai dovrebbero esserci? Partiamo dal presupposto
che, solo per il fatto di leggermi, siete persone poco attendibili: state
sprecando il vostro tempo con una che parla spesso di libri. Fosse per voi,
biblioteche e librerie sarebbero affollate e nessuno mai si sarebbe preso
la briga di organizzare un intero mese di promozione della lettura. Come ho ripetuto più
volte su questo blog, ho spesso avuto la sfortuna di abitare in
luoghi privi di librerie e biblioteche. Magari la biblioteca c’era ma era così
inaccessibile da renderla inesistente. Orari assurdi, strutture precarie, volumi
vecchissimi. L’edificio in cui era ospitata la biblioteca del mio paesello
natio era in un posto così lontano dal centro e i volumi erano posizionati ad
un’altezza tale da scoraggiare la lettura più che incentivarla.
Saranno stati questi traumi d’infanzia ad avermi fatto
incaponire sula gestione delle biblioteche nei piccoli centri e nelle tante
periferie delle nostre città. Nel paesino in cui ho vissuto fino allo scorso
anno, la biblioteca non era troppo diversa da quella della mia infanzia. Tempo
fa, dissi alla bibliotecaria che sarebbe stato piacevole organizzare un gruppo
di lettura per adulti. Bello, sì, ma la
biblioteca resta aperta (quando c’è l’apertura pomeridiana) massimo fino alle
18.00. Il sabato, no, sai, è aperta solo una volta al mese, ci son sempre meno
soldi, non so, potrei provare ma non so cosa dirti. E poi forse non verrebbe
nessuno. Anche quando proposi un gruppo di lettura agli amici bibliotecari
di Ciampino mi dissero ok,
proviamoci, vediamo se viene qualcuno. A sorpresa, senza grande impegno nel
promuovere il gruppo, dopo un anno siamo ancora lì, sempre più numerosi, sempre
con maggior entusiasmo. Ci siamo ancora soprattutto grazie alla disponibilità
di un bibliotecario che, una volta al mese, tiene aperta la biblioteca fuori
dal normale orario di apertura al pubblico (leggi gratuitamente), altrimenti nulla di
tutto ciò sarebbe stato possibile.
Per la fine di maggio stiamo organizzando un momento di
condivisione della lettura in un’altra piccola realtà, la biblioteca di Rocca Priora, minuscolo comune nei
Castelli romani. Qualsiasi stramberia metteremo su, avverrà grazie all’altra
mia amica bibliotecaria, una che ha deciso di sacrificare il suo sabato
pomeriggio per aprire la biblioteca (roba da matti, una biblioteca aperta il sabato!,
sovversivi come pochi).
Tutto questo per dire che chi nei libri ha trovato un rifugio,
ha scoperto nuovi mondi, ha riso, ha pianto, ha colmato lacune o si è sentito
sempre più ignorante, accoglierà con gioia Il maggio dei libri. Ma non
potrà fare a meno di chiedersi perché quelle stese istituzioni che mettono il
loro loghetto nella pagina ufficiale dell’iniziativa, che spendono soldi in
pubblicità progresso, non facciano un investimento di lungo periodo, non
facciano una scelta politica ben definita volta a promuovere la lettura tutto l’anno.
L’iniziativa dei singoli è una bella cosa ma è un’iniziativa privata. Io, invece,
mi ostino a sognare un Paese che investa in strutture e servizi pubblici (stanziando fondi nella finanziaria non con interventi spot); un Paese
in cui si possa andare in biblioteca a leggere il giornale e a prendere in
prestito un libro anche di domenica; non perché il bibliotecario ci sta facendo
un favore ma perché viene regolarmente retribuito. E pur non vivendo a Bologna
o a Rovereto, vorrei poter avere anch’io una biblioteca aperta fino alle 22.00.
Sogno bibliotecari che ci sappiano suggerire cosa leggere, che organizzino
eventi, che siano persone felici di svolgere il lavoro che fanno, non persone
frustrate perché sottovalutate e sottopagate.
Evidentemente tutti questi libri mi hanno fatto venire strane
idee. È un rischio che si corre.
E da voi cosa succede? Cosa sboccia nelle vostre biblioteche?