mercoledì 31 marzo 2010

Lavoro: quella cosa inutile

“È una grande soddisfazione per me il pensiero che tu potrai risparmiarti di lavorare perché il lavoro non è per gli uomini, è per i ciucciarelli. Anche una fatica, magari, può dar gusto qualche volta, purchè non sia un lavoro. Una fatica oziosa può riuscire utile e simpatica, ma il lavoro invece è una cosa inutile e mortifica la fantasia.”
Elsa Morante, L’isola di Arturo
 
L’attenzione verso ciò che leggi cambia in base al momento in cui lo leggi. Oggi sorrido alle osservazioni dell’ Amalfitano ma, un mese fa, mentre ero lì, davanti al PC, ad inviare curriculum a destra e manca, le stesse parole m’avrebbero irritato non poco e, due settimane fa, spaesata di fronte al nuovo impiego, quelle osservazioni avrebbero suscitato una reazione ancora diversa. Nelle giornate del dopo elezioni, quelle in cui hanno vinto tutti senza aver proposto nulla, come faccio a non pensare all’importanza del lavoro?

La Costituzione e il lavoro

Articolo 1) L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

Articolo 35) La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.
Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori.
Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.
Articolo 36) Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
Articolo 37) La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.

Da pochi giorni ho finalmente ricominciato a lavorare seriamente. Nuovo settore, nuova attività, un nuovo mondo da scoprire. Le giornate si sono riempite improvvisamente (per questa ragione ho trascurato un po’ il blog). Ho meno tempo per la mia famiglia, meno tempo per la lettura, meno tempo per la scrittura, meno tempo per lo sport. Eppure mi guardo allo specchio e rivedo il mio sorriso smagliante e gli occhi ridenti. Il lavoro è un diritto, dà dignità, dà energia, fa sentire realizzati, non è solo una fonte di guadagno e sostentamento. Chi ama lavorare lo sa bene.

Abbiamo votato. Mi aspetto che nei prossimi quindici giorni si parlerà di brogli, di riconteggio dei voti, si rifletterà sui risultati e probabilmente non ci saranno mea culpa. Va bene anche così. Però ciò che davvero mi auguro è che si cominci a pensare al bene di questo Paese, che si dia priorità ai problemi veri delle persone, che non si faccia la solita retorica, che si stanzino fondi per la sanità, per l’istruzione, per la ricerca. Che si faccia qualcosa di concreto prima di disamorarsi completamente della politica e un po’ anche di questo Paese.

martedì 9 marzo 2010

9 marzo

Da qualche tempo mi perdo nelle vite altrui. Sono attratta dalle analogie caratteriali di persone nate lo stesso giorno ma in epoche e luoghi differenti. Sbircio nelle loro vite, nelle loro scelte, nei segni distintivi del loro carattere.
 Il 9 marzo del 1454 nasceva a Firenze Amerigo Vespucci, uno di quei personaggi per i quali si può affermare che l’Italia è terra di navigatori e sognatori perché non solo esplorava ma, nel corso dei suoi viaggi, scriveva lettere che romanzavano le sue vicissitudini.
Altro esploratore, questa volta dello Spazio, fu Jurij Alekseevič Gagarin, anch’egli nato il 9 marzo del più vicino 1934 a Klušino, nell’allora Unione Sovietica; personaggio brillante dalle umili origini che, sfidando le difficoltà del tempo, dimostrò di poter volare sempre “più in alto”.
Esploratore nel mare dell’informatica fu Jef Raskin, nato il 9 marzo a New York City, uomo poliedrico, appassionato di musica e d’ingegneria, ideatore con Steve Jobs del Macintosh per la Apple Computer. Quando la Musica si sposa con la Scienza…
L’amore per la musica caratterizza altri nati il 9 marzo. Non sempre con esiti felici. Anche Umberto Saba, all’anagrafe Poli, nato il 9 marzo 1883, aveva un’insana passione per la musica classica e per il violino in particolare. Evidentemente era più paroliere che musico, infatti, ben presto abbandonò lo strumento per tuffarsi nelle parole. Una vita complessa ma non priva di successi.
Tanto per tornare all’attualità e menzionare qualche donna, il 9 marzo del ‘48 nasceva a Bra Emma Bonino, donna straordinaria, radicale nelle sue scelte, nota in ambito internazionale, attenta alle questioni umanitarie e battagliera sui temi dei diritti civili. E avete già capito chi voterò alle prossime regionali…
Il Web mi fa notare che il 9 marzo del 1908 nasceva anche l’Inter ma il mio disinteresse per il mondo del calcio mi spinge a tralasciare l’evento.
 
Ecco, ora a rileggere la lista di nomi illustri sfornati il 9 marzo, mi chiedo che c’entri io tra questi. Be’, il talento a volte viene riconosciuto solo dai posteri. Io sono sicura di averlo. Solo che è latente, ma tanto latente…

giovedì 4 marzo 2010

Quando la forma non è essenziale?

In questi giorni, a un ingenuo privato cittadino italiano viene da chiedersi: «Perché se io decido di partecipare a un concorso pubblico o a una gara devo rispettare i tempi di presentazione della domanda, le formalità e le procedure, pena l’esclusione dal concorso/gara, mentre se un gruppo di candidati alle elezioni non adempie tutte le procedure formali per la regolare presentazione della lista può permettersi di urlare che a prevalere debba essere la sostanza e non la forma, quando la forma non è essenziale?» Lo sanno i nostri governanti che se io presento la domanda per partecipare a un concorso pubblico, senza firmarla e apporre la data, vengo esclusa dal concorso? E non posso accusare nessuno se, a causa della mia negligenza, non ho potuto esercitare il mio diritto a prender parte a una competizione tra più soggetti, pur avendone tutti i requisiti.
Onestamente che la lista del PdL e il listino della Polverini nel Lazio, così come il listino Formigoni in Lombardia e tutte le altre liste a oggi escluse dalla competizione elettorale, vengano riammesse, m’importa poco. Che trovino pure l’ennesimo escamotage politico…
Ciò che più m’infastidisce è sentir parlare anche stavolta “dell’azione violenta e illegittima contro il PdL”, di tirar in ballo i “facinorosi” che avrebbero impedito l’accesso dei delegati del PdL all’interno del Tribunale (ma poi, dico, è un Tribunale mica casa mia. Non venite a raccontarmi che non c’erano forze dell’ordine lì intorno!). E via alla “prova di forza”in piazza contro chi vuole impedire a 14 milioni di persone di votare.
Avrei preferito che, per una volta, qualcuno avesse ammesso i propri errori, la negligenza nel rispettare le procedure e magari chiesto una soluzione politica di fronte a tanti pasticci. Sarebbe stato più onesto. A noi questo caos non sarebbe piaciuto lo stesso, ma l’avremmo digerito prima. 

lunedì 1 marzo 2010

Quante storie per un panino!

In una domenica nuvolosa in un paesello nei pressi della Capitale, il signor valigiesogni ai fornelli se la ride di gusto.

«Che hai?».
«Il PdL è stato escluso dalle elezioni a Roma perché non ha presentato in tempo utile la lista dei candidati». E giù a ridere.
«Ma va là! Dai, dimmi perché ridi!». Intanto la radio continua a chiacchierare. «Giuro! L’hanno appena detto. Faranno ricorso contro questa decisione antidemocratica!».
«Ma che cavolo vai dicendo? Se è da tre messi che hanno tappezzato la città e tutta la provincia di manifesti; ti pare che lasciavano scadere il termine senza aver presentato la lista?».

Stamani si parlava solo del pasticciaccio del Lazio. Che poi, del Lazio non è perché le liste del PdL per le altre province son state presentate regolarmente nei termini stabiliti dalla legge. Non ho ancora capito bene cosa sia successo perché, ovviamente, non possono farcelo capire. Pare che Alfredo Milioni, la persona incaricata dal PdL di depositare le firme a sostegno della Polverini, colto da un attacco di fame, sia uscito dal Tribunale per farsi un panino. E ‘sto panino deve esser stato piuttosto sostanzioso. Il signor Milioni avrebbe, forse, potuto inventarsene un’altra più credibile.

Chissà se lo immaginano loro, i nostri rappresentanti, il livello di nausea che proviamo, giorno dopo giorno, di fronte a questi spettacoli? Stando ai sorrisi compiaciuti che campeggiano attaccati in tutti gli angoli delle nostre città, direi di no. Non voglio neppure pensare alle beghe, ai giochetti di potere, agli interessi che ruotano intorno alla definizione delle liste, al nome da inserire per accontentare questo o quell’esponente, alla scelta del nome che più soddisfi gli interessi di pochi, infischiandosene del bene pubblico. Intanto noi, popolo sovrano, restiamo qui, inermi, ad ascoltare quello che vogliono raccontarci e ciò che è meglio tacere, perché in campagna elettorale è meglio zittire pure i programmi d’approfondimento giornalistico che trattano temi politici. Dovesse mai esser che un paio d’elettori si soffermi a pensare a ciò che viene detto e non viene fatto…

Che tristezza!